E’ il clou del Congresso dell’Associazione Italiana Odontoiatri “Dentistry beyond borders”:   venerdì 12 giugno mattina a cura di Giovanni Zucchelli e venerdì pomeriggio e sabato13 a cura di Pascal Magne (nella foto). L’estetica è la nuova frontiera – ed anche il filo rosso che unisce i due giorni, uniti dal percorso ECM che eroga 24 credti – dopo la miglior funzionalità dell’apparato e il minor costo biologico del paziente.

La relazione di Zucchelli sull’approccio soft-tissue per il trattamento dei tessuti molli nell’area estetica concerne le nuove modalità nell’approcciare la rigenerazione tessuti ossei parodontali, limitando l’interesse dell’operatore alle aree estetiche. «Una volta la chirurgia accusava reliquati estetici poco soddisfacenti ora invece consente esiti di rigenerazione sui tessuti molli, e questo presenta evidenti vantaggi che al Congresso di Chia in Sardegna illustreremo con casi clinici, video e letteratura».


«Ci rivolgiamo in particolare a un paziente affetto da parodontite con difetti ossei nei settori estetici », sintetizza Zucchelli, che è Professore Associato di Parodontologia all’Università di Bologna, e Dottore di Ricerca in “Biotecnologie mediche. «Approccio soft tissue, vuol dire ottenere al tempo stesso guarigione dei difetti ossei-parodontali e miglioramento dell'estetica mucogengivale del paziente».

Ma come si ottiene oggi? Intanto cercando di rispettare il più possibile i tessuti e la funzionalità.«Il parodontologo, l’odontoiatra oggi è in grado di fornire le condizioni biologiche per la guarigione dei difetti ossei e dei tessuti molli attraverso la stabilizzazione del coagulo. La  tecnica chirurgica che andrò ad illustrare a Chia – afferma Zucchelli- unisce le tecniche di preservazione della papilla alla chirurgia mucogengivale per il trattamento delle recessioni gengivali».

Gli interventi di Magne il 12 giugno sui trattamenti ultraconservativi e il 13 sui restauri anteriori e posteriori rappresentano il contributo chiave al Congresso AIO per quanto riguarda le opzioni nei trattamenti estetici. Le strategie ultra-conservative possono rappresentare una chance reale per i pazienti in termini di sostenibilità economica. «In realtà, anche se si utilizzano tecniche ultra conservative è comunque richiesta una procedura di qualità elevata. Che può richiedere tempo: ad esempio, s’impiega di meno a preparare un dente per una corona che un riempimento in porcellana. Non penso che sul momento il costo tra una terapia tradizionale e una conservativa sia molto differente. Ma è differente la resa a lungo termine: più è conservativo il restauro più semplice è mantenerlo, e meno irrimediabili sono i guasti. Basso reddito significa peraltro anche dover spendere i propri quattrini nel modo più saggio possibile. L’approccio biomimetico alle scienze restaurative- che in compenso è contiguo all’odontoiatria adesiva e agli approcci mini-invasivi, la cosiddetta odontoiatria “no post no crown”– rappresenta a mio modo di vedere un investimento saggio».

Le nuove tecnologie nell’ultra-conservativa «per ora sono costose. «Tuttavia il termine costoso da solo significa poco. Si può investire su un intervento “costoso” in apparenza, ma saggio a conti fatti. Le nuove tecnologie possono aprire una nuova prospettiva per lo studio. L’odontoiatria restaurativa avrà uno sviluppo imponente come altre discipline che osserviamo nel nostro quotidiano. Pensiamo allo smartphone: ce l’hanno anche persone relativamente povere… come lo spieghiamo? allo stesso modo in odontoiatria, CAD/CAM e tecnologia rivestiranno un’importanza crescente e, spero, costituiranno più un’altra freccia al nostro arco che una scusa per trattare di più i pazienti. Credo che smetteremo di utilizzare perni, corone, leghe metalliche – è accaduto per molti di noi che credono nell’approccio biomimetico. Spero che la tecnologia consenta una più vasta gamma di trattamenti accessibili ai nostri pazienti, con meno necessità di trattamenti canalari e prolungamenti coronali. Prevedo più diagnosi di problemi legati alla dieta e una migliore diagnostica differenziale tra lesioni correlate all’impianto e lesioni legate all’erosione: tutte situazioni che ci obbligheranno a puntare su soluzioni in grado di preservare il dente e la polpa e ad utilizzare preparazioni “non-retentive”. Insomma, come slogan per il futuro, con riferimento alle tecnologie minimamente invasive, potremmo dire “Meno è Meglio”». Non perdete la possibilità di frequentare la due giorni con Pascal Magne e Giovanni Zucchelli andate oggi stesso su: http://congress2015.aio.it/

 

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