Diabete e parodontopatia si presentano spesso insieme, o l’uno anticipa l’altra e viceversa: la perversa simbiosi da oggi ha una sentinella in più, l’odontoiatra. Far rete nell’interesse del paziente, indirizzarlo nel modo giusto, offrirgli educazione sanitaria e condividerne i dati in una cartella clinica online-anche con il medico di famiglia– sono regole già contenute nelle linee guida delle Federazioni Diabetologiche europea ed internazionale per trattare in tempo nuovi diabetici o evitare una compromissione definitiva degli elementi dentali. Ora entrano nella pratica italiana. Associazione Medici Diabetologi, con Società di Parodontologia e i medici di famiglia SIMG e i sindacati ANDI e AIO, insieme a organizzazioni di igienisti dentali e infermieri, avvia un percorso di formazione-informazione comune. Ma anche una serie di iniziative congiunte, la prima delle quali è stata annunciata a Genova al corso “Parodontologia e Diabete” dal past secretary di Associazione Italiana Odontoiatri Raffaele Sodano con Giovanni Memoli, AMD, responsabile dell’ambulatorio diabetologico di Ariano Irpino. A Napoli l’11 e 12 novembre in vista della Giornata Mondiale del Diabete (che si celebra il 14/11), le due associazioni dedicheranno uno dei nove gazebo previsti in piazza Municipio all’Oral Care e alle visite di prevenzione ai passanti. «Chi si offrirà volontario avrà un primo screening di un’eventuale periodontite. Una patologia che dà a sanguinamento delle gengive, infiammazioni e infezioni, perdita di elementi anche all’età di 35-40 anni, e che può nascondere una predisposizione al diabete o un diabete. Il dentista qui deve trattare il paziente ma anche indirizzarlo dal diabetologo e viceversa», riassume Sodano. Che ricorda come diversi studi stiano confermando il nesso fra detartrasi accurata e calo dell’emoglobina glicata –marker di diabete – di 4 punti percentuali con risparmi di cura sui pazienti diabetici meglio controllati.

All’incontro di Genova, Memoli ha spiegato che i nuovi livelli essenziali di assistenza odontoiatrici dovrebbero prevedere la copertura da parte del Servizio sanitario pubblico delle situazioni di vulnerabilità non solo sociale (reddito) ma anche sanitaria, a partire dalla compresenza di una malattia diabetica, mentre Sodano ha ricordato la proposta per una deduzione dal reddito delle spese per cure odontoiatriche presentata in Parlamento da AIO lo scorso anno. Ospite ai lavori, il Presidente eletto FDI Gerhard Seeberger, che quattro anni fa ha promosso una cartella odontoiatrica capace di rilevare eventuali malattie sistemiche croniche, ha sottolineato come la necessità di prevenire le cronicità “a partire dal cavo orale” senza mai perdere la visione del paziente nella sua integrità psicofisica sia al centro della definizione avanzata di Salute Orale data da FDI che a sua volta si allinea alla definizione di salute come benessere fisico e non solo come assenza di malattia data da OMS (q.v.). Luca Lione responsabile Oral Care di AMD ha lanciato un primo abbozzo di rete tra medici diabetologi e di famiglia, odontoiatri, farmacisti (spesso i primi a intercettare i pazienti) igienisti dentali e infermieri. «E’ giusto focalizzare l’attenzione sulla formazione di tutti gli Odontoiatri e iniziare ad affrontare studi di popolazione su numeri più ampi», rileva il presidente AIO Fausto Fiorile. «La lotta al diabete non deve coinvolgere solo lo specialista in parodontologia, ma ogni odontoiatra, dal generalista all’implantologo, fino all’ortodontista, e interessare credo tutte le branche dell’odontoiatria. I disturbi gengivali sono un problema di tutti i nostri pazienti, e di tutti noi».

Contattaci

Utilizza il form sottostante per entrare in contatto con noi.

I campi contrassegnati con * sono obbligatori.






Dichiaro di aver ricevuto, letto e compreso l’informativa sulla privacy ai sensi del Reg. UE 2016/679 (Art. 13) e presto il consenso al trattamento dei miei dati personali *
Esprimo in modo consapevole e libero il consenso al trattamento per le seguenti finalità:
Finalità 3.1
Do il consensoNego il consenso
Finalità 3.2
Do il consensoNego il consenso
Finalità 3.3
Do il consensoNego il consenso