Protesi tradizionale oppure odontoiatria conservativa? Togliere i denti o lasciarli e fare un lifting? Le due possibilità si sfidano in Sardegna, a Chia, nel corso pratico che giovedì 11 giugno anticipa il XXVII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Odontoiatri. L’evento, dal titolo “3 step e BOPT”, ha per protagonisti Ignazio Loi –cagliaritano, uno dei maestri di protesica in Europa- e Francesca Vailati dell'Università di Ginevra, e mette a confronto due metodiche. Da una parte c’è la tecnica 3 Step (detta anche “Vailati” e questo dice tutto) in tre fasi così riassumibili: simulazione in bocca del paziente di come dovrebbe essere la sua dentatura, restauro prima dei denti anteriori con faccette onlay e poi di tutta la superficie masticatoria con composito o ceramica; dall’altra c’è la tecnica con preparazione “Biologically oriented”- BOPT.

L’avanzata della conservativa – «Se ci sono grandi usure degli elementi –spiega Loi, che è anche specialista in odontostomatologia e socio attivo dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica – i nostri pazienti hanno due possibilità: la preparazione dei denti con un ripristino protesico tradizionale con restauri eseguiti in vari materiali; oppure la 3 step, più conservativa senza preparazione dei denti, che consente di ricostruire aggiungendo del composito tramite adesione  e ricostruendo gli elementi. La conservativa ha rapidamente occupato lo spazio della protesi perché la tecnica 3 step consente un risparmio biologico ed anche economico al paziente». In materia di preparazioni “a finire” la BOPT, nata inizialmente come tecnica dedicata alla protesi, può risultare molto efficace per il ripristino dell'armonia delle parabole gengivali e nella stabilizzazione dei tessuti a medio e lungo termine pure nei denti a parodonto sano. Laddove la 3 Step trova indicazione nei casi di denti abrasi in pazienti anziani o in particolari categorie, come i soggetti con denti rovinati dal bruxismo o con problemi di bulimia in cui l’acidità del vomito ricorrente usura la superficie degli elementi.

Intervenire su vecchi e giovani – A Chia si prevede una discussione su quando il trattamento convenzionale possa essere evitato o almeno ritardato (corone contro odontoiatria adesiva). 
E sarà introdotto un nuovo concetto di riabilitazione adesiva totale per risolvere i casi dei pazienti affetti da grave erosione dentale. Non solo anziani. Vailati rileva che pure nei giovani crescono i casi clinici. Perché? «L’aumento del consumo di bevande acide è stato esponenziale negli ultimi decenni. I giovani utilizzano tali bevande anche come passatempo sociale, sorseggiandole e mantenendole in contatto con i denti a lungo prima di inghiottirle. Non è solo la quantità della consumazione ma anche la modalità del consumo a concorrere».

Ridurre l’impegno biologico – Altra riflessione, sul “peso” degli interventi. «Tutta la medicina si sta orientando verso interventi minimalisti e sempre più preventivi. L’odontoiatria è rimasta purtroppo indietro. Si aspetta il danno grave per riparare, senza a volte trovare la sua causa. Si lavora sull’urgenza legata al dolore e danni meccanici importanti senza pensare a prevenire i problemi. Tutto si basa su un’odontoiatria da "dente singolo”. Si lascia al paziente la decisione di quando intervenire ed i pazienti non informati/educati richiedono le cure dentarie sempre troppo tardi. Purtroppo il lavoro di educare il paziente alla prevenzione dei problemi dentari o alla loro intercettazione nelle fasi iniziali prende tempo ed i dentisti, al contrario di altre categorie, come gli avvocati, non sono pagati per parlare!» 

Think pink – Il Congresso AIO di Chia, con gli altri corsi precongressuali (implantologia, protesica, endodonzia, pedodonzia) si profila un’occasione unica per imparare, per raccogliere fino a 32 crediti Ecm e fino a 20 Ada Cerp per l’accreditamento negli Usa, per capire problemi di attualità e anche per parlare di professione senza confini. Non a caso il titolo è “Dentistry beyond borders”. Secondo Loi, il Congresso AIO «è una grande opportunità per l’odontoiatria italiana, per la Sardegna e per un’Italia che, ad esempio rispetto alla Spagna dove spesso tengo conferenze,è parso fin qui raggomitolarsi su se stesso di fronte alla crisi e alla difficoltà di pensare soluzioni in positivo. Io credo che Chia 2015 sarà un’occasione importante per tutti noi e condivido la fermezza con cui AIO ha voluto questa manifestazione di rilievo internazionale e le ambizioni con cui l’ha pensata e la sta realizzando». Per ulteriori informazioni e iscrizioni, c’è il sito http://congress2015.aio.it

 

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