Di seguito il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, il presidente Cao, Giuseppe Renzo, e il presidente dell’OMCeO di Milano, Roberto Anzalone, spiegano i motivi dell’opposizione all’istituzione di nuovi profili sanitari

"Saremo tutti dottori?" Per altri tre profili sanitari – dell’odontotecnico, dell’ottico e del chiropratico – è ipotizzata l’istituzione di un corso di laurea breve, a formazione triennale.

E’ una buona cosa se migliora la preparazione professionale di queste categorie, "diviene aberrante se è intesa come leva per far saltare ogni principio di gerarchia e responsabilità medica".

A dirlo è un opinionista emerito, Mario Pirani, che su "La Repubblica" del 23 aprile punta il dito su un serio pericolo dalle conseguenze disastrose: nel percorso terapeutico di un paziente un’assoluta autonomia di ruoli e competenze si rivela a tutto svantaggio del paziente.

Ma, due giorni prima, a fare analoghe considerazioni era stato il Consiglio Nazionale della Fnomceo: riunito a Cagliari il 21 aprile, considerando l’ipotizzata istituzione di questi ulteriori tre profili sanitari, aveva rilevato a gran voce come "ancora una volta vengano sottovalutati i pericoli concernenti l’istituzione indiscriminata e ingiustificata di nuovi operatori che non recano certamente alcun miglioramento agli attuali livelli assistenziali, contribuendo invece a provocare pericolose sovrapposizioni di competenze".

E’ per questo che, in un Ordine del Giorno votato all’unanimità, il Consiglio Nazionale della Federazione ha invitato il Comitato centrale (l’organo decisionale della Fnomceo) a portare all’attenzione del Consiglio Superiore di Sanità la "posizione assolutamente negativa della Federazione più volte ufficialmente formalizzata presso le competenti Autorità con note ufficiali e ampia documentazione".

Su questa scottante vicenda l’Ufficio Stampa ha voluto sentire il presidente FNOMCeO, Amedeo Bianco, il quale così ci ha detto:

"Abbiamo più volte – e in più circostanze – denunciato il pericolo di un’ indiscriminata proliferazione di nuovi profili sanitari.

Ferma restando l’esigenza di sviluppare competenze specifiche in settori specifici dei processi clinico-assistenziali, si rischia, con l’esasperata individuazione di nuovi soggetti professionali, di creare in campo sanitario non una maggiore "con-correnza" (nel senso di correre insieme) ma vere e proprie guerriglie tra vecchie e nuove professioni, sulla pelle dei cittadini: sani e malati.

La preoccupazione è ulteriormente ingigantita dal fatto che non c’è limite alla fantasia creativa del sistema universitario, che ha creato in un sol colpo 21- ventuno – profili professionali e ne ha altri 5 o 6 in stand by".

Abbiamo voluto rivolgere una domanda anche al Presidente CAO, Giuseppe Renzo, che della lotta all’abusivismo e al prestanomismo è uno storico paladino.

Dr. Renzo, la sua è quasi una levata di scudi: vuole motivarla, politicamente e professionalmente?

"Ho ritenuto giusto, ancora una volta, sollevare il velo di ipocrisia che accompagna e favorisce l’esercizio abusivo di una professione sanitaria? E può darsi il caso che un progetto, pur legittimo nei principi ispiratori, venga piegato a soddisfare interessi di pochi…

Parlando completamente fuor di metafora, voglio dire che il progetto di istituire nuove professioni sanitarie, come ad esempio quella dell’odontotecnico, in realtà altro non è che un’azione – peraltro anche malamente camuffata – per sanare e legittimare situazioni che altrimenti, ad oggi risulterebbero illecite.

Per essere ancora più espliciti anche per i lettori che non conoscono la materia, va detto infatti che l’abusivismo si annida là dove sono incerti i confini tra le due attività, quella dell’odontoiatra e quella dell’ odontotecnico. Il primo un professionista con laurea che, nell’ambito del rapporto di diagnosi e cura, è stato formato per operare nella bocca del paziente; il secondo è un tecnico che lavora secondale direttive del primo.

In un ambito confuso, ambiguo, un tecnico si può spacciare per odontoiatra e permettersi operazioni che altrimenti gli verrebbero negate dalla legge e dalla sua preparazione…

Ora, questa iniziativa di istituire con laurea breve la professione dell’odontotecnico è, a parere si molti autorevoli osservatori, una sorta di "sanatoria", che "libera tutti", anche la cattiva coscienza della lotta all’abusivismo.

E questo "pensiero cattivo" deriva dalla risposta a questa semplice domanda: a chi fa veramente comodo l’istituzione di un nuovo corso di laurea breve? Quanti sono gli Odontotecnici disposti a "formarsi" con un percorso universitario, per esercitare la stessa attività che esercitano già oggi? Forse si tratta solo di una scelta "verticistica" – mondo universitario, esponenti politici, rappresentanti sindacali della categoria odontotecnica n.d.r. – che non nasce da esigenze reali.

Tra l’altro, dagli stessi odontotecnici (che attualmente hanno lo status di artigiani), forse non è stato compreso appieno che, in questo modo, verrebbero a perdere lo status d’impresa artigianale che, è fuori di dubbio, ha alleviato sin qui i disagi economici e amministrativi ai titolari d’impresa…"

Ma anche a Roberto Anzalone, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano, ordinista da sempre schierato a difesa della qualità professionale, l’Ufficio Stampa ha rivolto la seguente domanda:

Dr. Anzalone, preso atto dell’avanzata fase istruttoria del progetto di istituire tre nuovi profili professionali a formazione universitaria, il Consiglio Nazionale della Federazione ha dichiarato la propria inequivocabile contrarietà. Il suo commento.

"Sono nettamente contrario alla ipotesi di tre nuove ?professioni? con percorsi universitari troppo brevi che non garantiscono una preparazione qualitativamente sufficiente. Si andrebbe verso una conflittualità delle figure professionali e un?anarchia delle competenze nel sistema sanitario.

Comunque per esprimere un parere motivato attendo di conoscere quale sarà il testo del decreto di istituzione dei nuovi profili professionali."

A cura dell’Ufficio stampa della FNOMCeO

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