Profondo sgomento ha causato la notizia del blocco del bonus statale di 600 euro per i professionisti nel decreto Salva Imprese. Un bonus attribuito per il mese di marzo a fronte di cali di fatturato dovuti all’emergenza coronavirus, e per il quale Enpam, che funge da primo erogatore, ha dovuto bloccare oltre 25 mila bonifici. L’articolo 34 del decreto approvato in Parlamento stanotte riserva il beneficio ai soli professionisti iscritti a un unico ente di previdenza. La maggioranza dei richiedenti potrà autocertificare lo status di aventi-diritto, ma molte domande rimangono escluse, in base ad un criterio “nuovo”. Nel frattempo, Odontoiatri e Medici attendono che i Ministeri vigilanti di Lavoro ed Economia sblocchino i mille euro mensili di indennità attribuiti da Enpam per 3 mesi a chi ha subito un calo importante del reddito causa emergenza Covid-19. E apprendono che l’erogazione non sarà detassabile. «C’è amarezza», commenta il Segretario Nazionale AIO Danilo Savini. «Più che un’elemosina, 600 euro sarebbero il segno simbolico di un interesse pubblico verso una categoria che subisce ogni mese costi dell’entità di decine di migliaia di euro facendo girare l’economia e sostituendosi al Servizio sanitario per dare salute agli italiani. Se il bonus era ipotesi “sub iudice”, meglio era non sbandierarlo, non indirizzare i professionisti verso i siti dove scaricare e compilare le domande, evitare l’illusione collettiva. Stiamo imparando che un decreto legge, finché non è convertito, ha le fondamenta sulla sabbia».
«La linea di Associazione Italiana Odontoiatri in questi giorni difficili è di non dare false speranze», ricorda il Presidente AIO Fausto Fiorile. «Si esca un po’ dopo ma con notizie certe! Con gli studi chiusi ci vogliono informazioni consolidate. La nostra associazione ha proposto una soluzione sostenibile, che il Governo dovrebbe prendere in considerazione: l’Enpam estenderebbe fino alla fine dell’emergenza l’assegno di norma erogato per la calamità naturale. Arriverebbero euro 2480 mensili a tutti i professionisti iscritti in quota B in sofferenza per la sospensione dell’attività. Una cifra in grado di coprire, intanto, delle spese familiari. Poi, per i 10 anni successivi al 2020 la Fondazione porterebbe in detrazione il 10% della spesa sostenuta. Nessuno si farebbe male tra annunci prematuri e riprovevole logica dei click day, e un settore vitale per l’economia italiana come il Dentale ripartirebbe in modo naturale. Abbiamo sostenuto questo emendamento nel Decreto Cura-Italia e ora lo sosteniamo affinché entri nel Decreto Salva-Imprese».
L’EMENDAMENTO AIO
“Per quanto riguarda i Medici e Odontoiatri libero professionisti, la cassa previdenziale dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (ENPAM), potrà erogare per tutto il territorio nazionale e per tutti gli iscritti alla quota B non percepenti reddito da lavoro dipendente, indipendentemente dalla loro situazione debitoria con l’Ente, un contributo una tantum corrispondente al periodo di sospensione sostanziale dell’attività lavorativa, ad eccezione di interventi per urgenze indifferibili, e fino all’intera mensilità successiva alla fine di tale sospensione, quantificato dall’Ente previdenziale con gli stessi criteri di quello concesso in caso di calamità naturale. Tale contributo economico, sarà compensato per l’Enpam con una detrazione fiscale pari all’entità complessiva del contributo stesso erogato dall’Ente, in ragione di un decimo della somma totale ogni anno per ognuno dei 10 anni successivi al 2020.”