Da bambino Volevo fare il papa, o meglio il pontefice, per costruire ponti tra persone. Denis Poletto è nato un bel po’ distante da Roma, in Friuli, nel 1966. E’ con il segretario Gaetano Memeo e la vicepresidente Eleonora Cardamone una delle novità del nuovo esecutivo di Associazione Italiana Odontoiatri, eletto a fine 2016. E, un po’ in contrasto con la sua passione per il rischio, la sperimentazione, il nuovo, è un diplomatico, capace di piantare per terra le idee dei suoi interlocutori, di renderle comprensibili, digeribili, spendibili. «Vengo dal lontano Nordest, un luogo che di fatto è sempre stato un laboratorio politico e sociale anche in campo odontoiatrico. Siamo una regione abbastanza lontana da non creare scalpore ma abbastanza vicina per creare precedenti. Qui nel Sessantotto dopo cinque mesi di occupazione dell'Istituto professionale Cecconi fu riconosciuta alla scuola per odontotecnici la possibilità di conferire non solo una qualifica ma anche un diploma per accedere all'Università. Qui da quasi 30 anni la vicinanza con i territori dell'ex Jugoslavia ha fatto toccare con mano agli Odontoiatri esperienze di turismo odontoiatrico dei propri pazienti. Qui negli anni Novanta si è intrapreso un percorso parallelo di turismo formativo con i primi laureati a Fiume, e sempre qui dieci anni fa sono nate Dentalcoop e Odontosalute. Abbiamo visto in anticipo fenomeni che molti colleghi iniziano a toccare con mano solo ora». Il Friuli Venezia Giulia ha 1,2 milioni di abitanti ma benché piccolo ha visto crescere personaggi di spicco un po' in tutte le branche dell’Odontoiatria, da Alberto Fonzar per la parodontologia, Ranieri Locatelli e Gabriele Galassini per l'ortodonzia, Alberto Zaninari per l'implantologia, Paolo Mareschi per l'endodonzia o Mauro Cattaruzza per la conservativa: un piccolo territorio affollato di grandi eccellenze».

Nel 1985 dopo il diploma per odontotecnico si presentava il desiderio di continuare gli studi. Ma le possibilità di entrare erano poche come i soldi. Poletto fa una scelta di ripiego, «anche per prendermi un po' di tempo. Sono entrato in Polizia. Ma dopo due anni il richiamo della Formazione è stato troppo forte e ho deciso di diventare odontoiatra, cosa successa nel 1992 Ma abito in un corpo inquieto che malamente si accontenta di risposte predefinite. In parallelo ai percorsi formativi di perfezionamento in campo odontoiatrico ho portato avanti anche il bisogno di concentrare forza ed energia in discipline che potessero darmi strumenti per capire le mie coordinate; ho cercato di fare miei meccanismi e strumenti della medicina tradizionale cinese; ho acquisito il diploma Fisa di agopuntura e il master di II livello alla Sapienza. Chi mi conosce mi sente spesso dire che è una vita faticosa, ma è colpa mia. E visto che la fatica non era abbastanza ho sempre cercato di essere coerentemente consapevole delle cose che del mondo non mi piacevano cercando di cambiarle piuttosto che governarle».

E allora negli anni di università e nei primi anni dopo la laurea forte arriva l'impegno nell'associazione pacifista specie nell’ex Jugoslavia; con AIO arriva un secondo impegno, su scala nazionale, nell'attività sindacale. Dapprima a livello locale, poi –percorrendo i vari gradini– fino all'Esecutivo dell’Associazione. «Sono convinto che l'esperienza e le visioni che nascono dal territorio dove lavoro, spesso precorrendo i tempi, possano essere utili per la crescita e persino per la sopravvivenza della categoria. Il mondo non sta cambiando è già cambiato e alle volte mi addolora vedere discussioni che possono sembrare concentrarsi su colore della tovaglia mentre i barbari saccheggiano Il Granaio. Il Nordest è l'esempio di un mondo globalizzato molti vivono o lavorano all'estero e continuano però ad avere il Dentista di riferimento sul territorio. Beninteso solo chi ha offerto ai suoi pazienti strumenti per valutare e pesare un valore e non solo un prezzo». Poletto succede a Marzia Segù come responsabile della formazione in AIO. Un’eredità impegnativa in un ruolo che richiede dedizione e continua capacità di trasformare idee in fatti ed occasioni di crescita per tanti. «Volevo fare il papa, o meglio il pontefice colui che crea Ponti. Alla fine lo faccio. Spero di creare non solo strutture che colleghino denti ma anche idee».

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