In merito all'articolo "Da Cuneo alla Croazia con i pendolari dei denti" apparso sulla Stampa di Torino il 29 dicembre, che ha sollevato critiche (da noi condivise) sulla correttezza della procedura utilizzata dal giornalista nel raccontare la cronaca dei “viaggi” alla volta della Croazia, come Presidente AIO volevo fare alcune riflessioni e da lì partire per mettere a fuoco alcune soluzioni da proporre con obiettivi chiari da condividere. 

IL FENOMENO DEL TURISMO ODONTOIATRICO – Il problema vero da affrontare non è il giornalista che sulla carta stampata, sul web o in tv finisce per fare da megafono ad un fenomeno noto. Quand'anche in qualità di associazioni odontoiatriche ottenessimo sempre di essere sentiti come “altra campana” nel contesto di simili servizi, il fenomeno continuerebbe. Siamo purtroppo di fronte a una delle tante manifestazioni del “Turismo odontoiatrico” e del Business da quest’ultimo generato. Questo è il problema da affrontare e risolvere. Due aspetti sono da considerare in questa “partita”. Il primo, più importante, riguarda i pazienti: moltissimi stanno ricevendo cure incongrue, che nei prossimi anni saranno motivo di ulteriori interventi a complessità crescente e a costi sempre più alti. Oggi le cliniche dell’Est Europa offrono in molti casi terapie complesse (implanto-protesi) senza che i pazienti siano stati nemmeno visitati. Si pubblicizzano terapie mirabolanti creando bisogni che addirittura non esistono! L’overtreatment, con le gravi implicazioni mediche associate, è ormai diffusissimo tra i pazienti che si recano all’estero.

Il secondo aspetto è economico. Il turismo odontoiatrico in questi anni ha consolidato una filiera di interessi economici vera e propria che lo alimenta a sua volta. Guadagnano i dentisti dell’est (e talora colleghi italiani che operano oltre confine), gli autisti con i loro autobus, i procacciatori di pazienti, gli alberghi ed i ristoranti locali; dal fenomeno trae giovamento tutta l’economia di un territorio che si parli di Croazia, di Romania, di Serbia, di Ungheria o di qualsiasi altro Paese. Con il turismo odontoiatrico stanno migrando enormi masse di denaro senza controllo dall’Italia verso l’estero, con ripercussioni negative su tutto il comparto del dentale che in Italia, ricordiamo, solo per la parte medica, è rappresentato da circa 44.000 professionisti con partita IVA a cui sono collegati oltre 100.000 dipendenti. 

PERCHE’ SI E’ SVILUPPATO IL TURISMO ODONTOIATRICO? – Il turismo odontoiatrico si è sviluppato innanzi tutto perché molti pazienti hanno bisogno di cure importanti. E’ mancata la prevenzione, e qualche volta in passato colleghi inclini a trattare troppo – o peggio figure non abilitate all’esercizio dell’Odontoiatria sotto la copertura di medici con pochi scrupoli –sono intervenuti con terapie estrattive eccessive ed anche invalidanti. Il fatto che in Italia la politica non abbia mai affrontato il tema della prevenzione delle patologie del cavo orale è senza dubbio il motivo principale per cui oggi quasi tutta la popolazione è affetta da carie e parodontopatie, con tutte le complicanze del caso. I cittadini che si recano dal dentista solo al momento del dolore anziché con periodiche visite di controllo, sono i pazienti che trascurando lo stato di salute della propria bocca presentano spesso i problemi più gravi. Questi pazienti hanno necessità di cure più complesse e quindi più costose. Da qui l’illusione per molti di trovare all’Est, la soluzione definitiva ai loro problemi. I pazienti si recano all’estero per risparmiare sui costi che purtroppo in Italia, superato un certo grado di complessità, non è più possibile contrarre oltre un certo limite. Il Dentista italiano, il cui livello di professionalità è riconosciuto tra i più alti al mondo, non potrà mai essere competitivo per l’aspetto economico rispetto a colleghi che lavorano in Paesi con aliquote fiscali bassissime, in un contesto in cui il costo del lavoro è un quinto del nostro, e la vita in generale costa più o meno un terzo. Accanto a ciò, la deregulation sulla pubblicità sanitaria dal 2006 ha contribuito a diffondere, attraverso troppi messaggi ingannevoli, un’informazione distorta, fondata su assunti quali ad esempio quello che impianti e ceramiche siano sempre la soluzione migliore a qualsivoglia problema della bocca. Oggi il cittadino non ha più la piena consapevolezza di quanto importante sia mantenere nella bocca i propri denti e quindi quanto importante sia curare il proprio cavo orale precocemente, piuttosto che approdare tardivamente alle soluzioni estreme (estrazioni, impianti e tanta protesi fissa) quasi sempre quelle che più vengono proposte all’estero.

COSA FARE? – Il primo passo per superare il turismo odontoiatrico con le sue distorsioni è rendere economicamente più sostenibili le cure oggi del tutto a carico dei cittadini italiani. Come Associazione Italiana Odontoiatri, pensiamo che l'unico modo sia intervenire nelle cure prima che i problemi da risolvere in bocca diventino troppo importanti e le soluzioni complesse. Perciò dobbiamo incentivare l’accesso alle cure. Dobbiamo fare in modo che i cittadini si rechino più spesso dal dentista per le visite di controllo e possano più facilmente intercettare eventuali patologie. Chiediamo da tempo nelle leggi Finanziarie una norma che consenta incentivi fiscali importanti per favorire le cure in ambito odontoiatrico. Sappiamo quali potrebbero essere le obiezioni…un’operazione di questo tipo non è sostenibile dal bilancio dello Stato…..bugia! Così come la norma sugli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie è sostenibile, allo stesso modo lo potrebbe essere quella sulle spese odontoiatriche. Rendere completamente detraibili le spese per le cure odontoiatriche non coperte dal Servizio sanitario nazionale, oltre che operazione etica e doverosa da parte di uno Stato che non è in grado di garantire nemmeno il minimo delle prestazioni, avrebbe i seguenti effetti positivi:

A) Risparmio economico sulle cure eseguite da parte dei cittadini, che in questo modo si potrebbero recare dal proprio Odontoiatra di fiducia più spesso intervenendo precocemente qualora necessario. 

B) Emersione di tutte le prestazioni eseguite in nero

C) Lotta all’esercizio abusivo delle prestazioni odontoiatriche 

D) Effetto disincentivante rispetto al turismo odontoiatrico: ingenti risorse economiche, che oggi vanno all’estero, resterebbero sul territorio italiano.

La norma sulla detraibilità fiscale va accompagnata da un piano sanitario odontoiatrico nazionale che parta e si fonda innanzitutto su un Progetto di prevenzione odontoiatrica da perseguire negli anni senza interruzione così come è stato fatto in alcuni Paesi del Nordeuropa. Un simile piano di prevenzione non può essere sviluppato senza la collaborazione ed il coinvolgimento operativo dei 44.000 Studi odontoiatrici presenti sul territorio nazionale e deve fondarsi su una campagna di comunicazione in grande stile che faccia passare tra i cittadini messaggi fondamentali quali l’importanza dell’igiene orale e del fluoro, della sana alimentazione, dell’attività fisica e delle visite periodiche dal Dentista. Tale campagna purtroppo può non rivelarsi efficace in un contesto ambientale in cui paradossalmente primeggia una pubblicità sanitaria promossa con messaggi distorti! Messaggi di alto valore etico possono essere diffusi con efficacia solo a determinate condizioni. A nostro avviso, non è più rinviabile una modifica della legge Bersani che consenta una regolamentazione della pubblicità in un ambito, quello sanitario, che tutela il “Bene” a tutti noi più caro.

Il Presidente AIO

Fausto Fiorile

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