(ASCA) – Catanzaro, 5 lug –
”Occorre assolutamente stabilire un rapporto costante tra il mondo della formazione universitaria calabrese e la nostra categoria, per non correre il rischio di vedere aumentare esponenzialmente il numero di odontoiatri, senza un effettivo riscontro in termini occupazionali. Deve essere sfatato il falso mito dell’odontoiatria come professione che arricchisce senza problemi. Bisogna pensare ai giovani colleghi che, appena conclusa la formazione per dentisti, escono con la speranza di un roseo futuro e nessuno dice loro che un domani saranno disoccupati, e gia’ li vedo: centinaia di giovani
professionisti in fila per un posto sottopagato, per un lavoro sottoqualificato in uno dei grandi centri accreditati”. E’ l’appello di Gregorio Meddis, presidente dell’Associazione Italiana Odontoiatri (AIO) – Sezione Calabria, il sindacato di categoria dei professionisti della cura dentale; l’AIO si riunira’ a Copanello di Staletti’ (CZ) dal 7 al 9 luglio prossimi per celebrare il primo Congresso interregionale dell’associazione.
”Il numero programmato di iscritti per i corsi di Odontoiatria all’Universita’ Magna Graecia – prosegue Meddis – e’ certamente un buon segnale, ma chiediamo di essere
sufficientemente coinvolti nella programmazione, in modo che, per la nostra branca, l’Ateneo possa concretamente radicarsi nel territorio calabrese”.
”La tendenza che si vuole fare prevalere – prosegue Meddis analizzando gli scenari futuri della professione – e’ quella di realizzare grandi studi associati, magari convenzionati con le grandi assicurazioni, eliminando dal mercato i piccoli studi professionali. A difesa della nostra categoria, invece, abbiamo l’importanza del rapporto umano tra medico e paziente, che nei grandi studi rischia di dissolversi, oltre alla grande professionalita’ che possiamo garantire grazie all’aggiornamento continuo anche con congressi come quello di Copanello del prossimo weekend”.
”Inoltre, la nostra categoria – conclude Meddis – chiede al Governo di cambiare rotta: non puo’ tassare gli studi che fanno investimenti o assumono personale. Sembra un paradosso, ma al momento e’ proprio cosi”’.
Fonte: Asca – Agenzia stampa quotidiana nazionale