Al Presidente del Consiglio Superiore di Sanità
                                                      Prof. Franco Cuccurullo
                                                    
                                                      Ai Membri della Commissione per
                                                      l’individuazione del profilo dell’Odontotecnico
 
                                          e p.c.   Al Ministro della Salute
                                                      Sen. Livia Turco
 
                                             p.c.   Al Sottosegretario alla salute
                                                      On. Serafino Zucchelli
 
                                             p.c.  Al Sottosegretario alla Salute
                                                      On. Gian Paolo Patta
 
                                             p.c.  Al Direttore Generale delle Professioni Sanitarie
                                                      Dr. Giovanni Leonardi
 
 
 
Roma, 26 giugno 2007
 
 
 
Oggetto: Audizione presso la Commissione per l’individuazione del profilo professionale dell’ odontotecnico.
 
 
Chiarissimo Presidente Cuccurullo, pregiatissimi Membri della Commissione,
 
desideriamo, innanzitutto, esprimere Loro il ringraziamento di AIO per averci concesso questo importante momento di attenzione, in un particolare frangente in cui si sta per prendere una decisione su uno dei più importanti aspetti della nostra esistenza: la tutela della salute dei cittadini e la tutela della dignità dei professionisti, di tutti i professionisti: quelli che esistono già e quelli che dovranno nascere.
 
Tale tutela passa attraverso la distinzione, garantita dalle normative esistenti, tra tutte le figure esistenti soprattutto in campo sanitario.
 
 
 
La creazione di figure che si sovrappongono creerebbe confusione nel cittadino-paziente-utente e lo lascerebbe senza riferimenti in circostanze in cui non è chiara l’identificazione e l’attribuzione delle responsabilità.
 
Da tempo gli odontotecnici spingono per un’evoluzione culturale del loro profilo, e si vorrebbe creare una “laurea in odontotecnica”, da parte delle Autorità Governative, in collaborazione con l’Università, per rispondere a tale richiesta.
 
AIO ha sottolineato e ribadito più volte che è comprensibile un tale anelito evolutivo, ma  non è culturalmente e socialmente accettabile che possa verificarsi la trasformazione di un Odontotecnico artigiano fabbricante di protesi in un operatore sanitario.
 
Va precisato, per prima cosa, che agli Odontotecnici va tutta la nostra riconoscenza per avere realizzato, su nostra prescrizione, dei manufatti protesici che poi sono da noi utilizzati come componente della più ampia terapia riabilitativa del paziente.
 
Desideriamo brevemente e schematicamente riassumere i punti per cui AIO NON E’ FAVOREVOLE alla creazione di una laurea per odontotecnici in campo sanitario.
 
L’Odontotecnico, quale FABBRICANTE DI PROTESI, è iscritto al Registro dei fabbricanti di dispositivi medici, e pertanto ha una valenza esclusivamente tecnica. Non è un operatore sanitario.
Esistono altri fabbricanti, come quelli di protesi d’anca, o di valvole cardiache, o di reni artificiali o di altri dispositivi protesici che per essere istallati nel corpo umano necessitano dell’intervento del medico, come i pace-makers, ma a nessuno viene in mente di trasformare in operatori sanitari i fabbricanti di pace-makers, o di valvole cardiache. Perché allora dovrebbe avvenire per l’odontotecnico, essendo anch’esso fabbricante di protesi? Ci rivolgiamo a dei Professionisti della sanità e sembra superfluo ricordare che il dispositivo medico su misura è solo una componente (nemmeno la preponderante) della più ampia terapia riabilitativa che il medico attua, dopo aver fatto una diagnosi.
Questo è confermato politicamente e amministrativamente dalla recente sentenza della cassazione che stabilisce che il dentista NON DEVE CONSEGNARE al paziente il certificato di conformità previsto dalla 93/42. Tale certificato serve al dentista che sa, in tal modo, di avvalersi di un dispositivo protesico efficiente e conforme ai parametri europei di sicurezza, efficienza e affidabilità. Per questo motivo è previsto che venga archiviato dall’odontoiatra, senza darlo al paziente.
                  
L’evoluzione naturale di un fabbricante, quindi, può essere solo al di fuori del ramo sanitario, per esempio in quello dell’ ingegneria, campo in cui possono essere studiate e sviluppate nuove tecnologie.
 
In Europa esiste infatti il laureato in Tecnologie Dentali, che si trova al di fuori del campo sanitario e quindi non ha alcun rapporto con i pazienti.
In allegato alla presente troverà la documentazione relativa alla Laurea in Ingegneria delle Tecnologie Dentali, ci chiediamo come mai non si possa creare anche in Italia tale corso di laurea, già esistente in Europa, che costituirebbe la naturale evoluzione dell’Odontotecnico ed invece si voglia creare una figura che in Europa non esiste?
 
La Direttiva Comunitaria 78/687/CEE del 1978, concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative per le attività di dentista definisce già che gli Stati membri assicurano che, dall’entrata in vigore della presente direttiva, la formazione dei dentisti conferisca loro le conoscenze necessarie per esercitare tutte le attività inerenti alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle anomalie e delle malattie dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti, perciò appare superflua l’istituzione di una figura professionale che si sovrappone all’odontoiatra.
Ci chiediamo, allora, PERCHE’ un laureato in odontoiatria dovrebbe aver bisogno di qualcun altro che controlli la congruità del manufatto protesico: forse non ne è capace? forse non è stato preparato abbastanza bene dal percorso quinquennale universitario? sappiamo che non è così, ma l’approvazione di un profilo odontotecnico che metta le mani nella bocca del paziente, sembrerebbe dire il contrario.
La trasformazione dell’Odontotecnico in operatore sanitario, con la possibilità di intervenire nella bocca del paziente, potrebbe a molti apparire come l’ammissione del fatto che i laureati in odontoiatria non siano sufficientemente preparati.
 
L’eventuale decisione di fare dell’Odontotecnico un operatore sanitario, figura non prevista e non contemplata dalla normativa europea, non solo sarebbe di nocumento alla professione odontoiatrica, ed in particolare ai giovani colleghi aggravando la pletora già esistente, ma influenzerebbe negativamente l’intera categoria in Europa, considerando la Direttiva sulla libera circolazione dei servizi che agevola anche la libertà di stabilimento dei prestatori di tali servizi in tutti gli Stati membri e rischierebbe di compromettere seriamente la salute orale e generale in tutta Europa.
Cosa succederà con la libera circolazione dei dentisti in Europa, ma soprattutto in Italia, quando società di servizi gestite da odontotecnici operatori sanitari vedranno prevalere la logica protesica (=estrattiva) su quella conservativa? Ci sarà un ulteriore danno alla popolazione e conseguente perdita del valore etico della prestazione medica-odontoiatrica.
 
Un discorso a parte merita la responsabilità dell’operatore sanitario. Il medico, che prescrive il dispositivo medico su misura, e poi lo inserisce nel piano terapeutico riabilitativo proposto al paziente, si assume TUTTE le responsabilità relative a qualunque risvolto immediato o futuro. Questo favorisce il rapporto di chiarezza col paziente, che sa benissimo a chi rivolgersi per far valere i propri diritti, in un eventuale contenzioso.
 
Ma se il laureato in odontotecnica creasse una lesione o un danno, operando direttamente sul paziente, di CHI sarebbe la responsabilità?
 
Anche se l’articolo della bozza dice che il tutto avviene «sotto la responsabilità dell’abilitato a norma di legge all’esercizio dell’odontoiatria» non si potrà prescindere da una corresponsabilità dell’odontotecnico.
Si aprirà un’era di colpe e di competenze che, rimbalzando tra di loro, andranno solo a nocumento del paziente, che rimarrà frastornato e danneggiato senza risarcimento.
 
E’ appena il caso di ricordare che il concetto di responsabilità introduce quello di assicurazione, con aumento delle spese per gli operatori e conseguentemente per i pazienti.
 
Dalle informazioni diffuse dai sindacati degli odontotecnci, però, si apprende che è forte la spinta per l’approvazione di un profilo che consenta all’odontecnico di «mettere le mani in bocca» intervenendo sul paziente, benchè in presenza dell’odontoiatra. Ma perchè non può essere accettata l’ipotesi di una laurea al di fuori del campo sanitario? Verrebbe assolutamente garantita l’evoluzione culturale rivendicata da circa 70 anni.
Perchè non piace l’idea dell’Ingegnere Odontotecnico?
Perchè si spinge fortemente a far ciò che oggi non può legalmente essere fatto?
 
Occorre coraggio e franchezza per dirsi le cose come stanno. Molti odontotecnici operano in condizioni di illegalità, esercitando abusivamente la professione odontoiatrica e un tale profilo consentirebbe a molti di legittimare una condizione di abusivismo.
La sanatoria, poi, rivendicata per tutti gli odontotecnici d’Italia, consentirebbe a tutti di essere laureati senza aver frequantato un’ora di università.
Per capire meglio le vere intenzioni degli odontotecnici, occorre leggere uno dei loro ultimi comunicati che alleghiamo alla presente, altro che evoluzione culturale. Hanno un solo obiettivo. Basta leggere per capire.
 
E dire che attualmente, neppure i laureati in medicina, se immatricolati dopo l’85, possono esercitare la professione odontoiatrica.
Addirittura, alcuni colleghi medici odontoiatri sono stati costretti dal Decreto 386/98 ad abbandonare momentaneamente la loro attività per frequentare un corso abilitante, pena la cancellazione dall’Albo Odontoiatri.
 
Che paradosso: i medici dopo l’85 non potranno esercitare mai più la professione odontoiatrica, quelli tra l’80 e l’85 hanno dovuto pagare (tempo e denaro) per frequentare il corso 386; gli odontecnici invece potranno esercitare nella bocca del paziente e molti, con la sanatoria, diventeranno dottori senza aver mai frequentato alcuna Università. Interessante!
 
 
Signor Presidente, Signori Membri di questa Commssione speciale, ci appelliamo alla Loro sensibilità, alla Loro coscenza di Medici, al Loro senso di giustizia sociale e sanitaria, alla Loro saggezza, affinchè possa essere emesso un parere negativo al profilo dell’odontotecnico in campo sanitario, o comunque negativo a qualunque possibile contatto con il paziente.
 
 
Grati per l’attenzione porgiamo distinti saluti.
Gerhard Seeberger
Presidente Nazionale
Associazione Italiana Odontoiatri
Salvatore Rampulla
Segretario Generale
Associazione Italiana Odontoiatri

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