di Denis Poletto*

All’indomani dello stra-meritato accreditamento standard della nostra Associazione come provider di Formazione continua, e nel pieno di un’estate che sancisce, secondo i dati Fnomceo, un boom per i corsi di aggiornamento – complici la deduzione salita al 100% per iscrizioni ai corsi ma anche vitto e alloggio, e la possibilità di recuperare entro l’anno fino al 50% del debito formativo del triennio precedente – come iscritto AIO ancor prima che come presidente della Consulta culturale sento il dovere di fare una riflessione.

In epoca di globalizzazione e di concorrenza agguerrita, la nuova generazione di Odontoiatri concepisce la vacanza non più come un’occasione per staccare la spina, ma per studiare. Molti colleghi hanno scelto mete e obiettivi diversi per le proprie vacanze, e persino tempi diversi dal consueto mese di agosto. Si viaggia non per conoscere altri mondi ma per sapere l’inglese o un’altra lingua. La globalizzazione ci porta a considerare necessaria l’autosufficienza nella comunicazione e di confrontarci con gente diversa. Questa gente in parte viene da lontano e frequenta anche i nostri studi. Ma ricordo anche come i medici e odontoiatri italiani che si trasferiscono all’estero in cerca di lavoro secondo i dati Fnomceo sono sestuplicati tra il 2009 e il 2014, siamo intorno a 2500 esodi annui su poco meno 11 mila laureati. Senza contare che in odontoiatria a fronte di 800 nuove lauree ottenute in Italia un altro migliaio di neolaureati di ritorno arriva da Spagna e Penisola Balcanica. Questi italiani imparano nuove lingue e fanno formazione altrove, altrove probabilmente costruiranno una parte della loro formazione continua. E cosa cercano, cosa cercheranno? Per noi come Associazione professionale sento giunto il momento di porci questa domanda. In questi anni abbiamo cercato di offrire sempre il meglio di andare al di là, identificandolo spesso con le frontiere del sapere, con la più aggiornata conoscenza da ottenere oltrefrontiera. Ma esiste un’altra formazione che risponde alle esigenze dell’Odontoiatra: conoscere che cosa stanno facendo i suoi colleghi in Germania, Inghilterra, Spagna; sapere quanto spendono, quanto sanno di endodonzia se sono ortodontisti, se esiste un minimo comune denominatore culturale e se quel denominatore è analogo a quello italiano o c’è strada da fare, per noi per affiancarlo, o viceversa, per gli altri affiancare noi. C’è bisogno di confrontarci sui fondamentali. Anche per conoscerci meglio. Uno sforzo che caratterizzerà la formazione AIO dei prossimi anni: dare una base comune a tutti gli iscritti nelle discipline che è essenziale conoscere per garantire un’offerta completa ai pazienti.

Per questo sforzo mi impegnerò in prima persona nei prossimi due anni di mandato e sono certo che sarò in buona compagnia e in perfetta continuità con gli eventi “magici” che hanno caratterizzato la cavalcata AIO fino all’accreditamento Agenas, fino ai giorni scorsi. Buona estate e buona ripresa a tutti!

*Segretario Culturale AIO

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