ODONTOIATRIA E INTERNET
A quasi quattro anni dall’entrata in vigore del decreto Bersani che ha abolito il divieto della pubblicità in campo sanitario, contro il quale la nostra associazione –ahimè inascoltata- ha ripetutamente chiesto agli Ordini professionali una chiara presa di posizione mai arrivata per definire i limiti di una chiara e corretta informazione, proviamo a darci un’occhiata intorno per capire cosa sta succedendo.
Digitando sul motore di ricerca le parole “blog dentisti” compaiono magicamente nel giro di una frazione di secondo circa 814 mila risultati.
Una miriade di siti che parlano di salute orale? Che diffondono finalmente la cultura della prevenzione? Magari!
Al terzo posto dell’elenco in prima pagina spicca l’argomento “Ti rendi conto che i dentisti italiani sono dei rapinatori legittimati?” del Karim’s blog ( titolo del blog : a morte i dentisti ), che riporta la storia di un italiano che accompagna la moglie in lituania e spende 24 euro per una igiene e tre otturazioni eseguite in un’ora e mezza di lavoro. Il resoconto, condito da una serie di gratuite e disinformate affermazioni contro gli odontoiatri nostrani termina lodando la collega lituana che senza assistente visita i pazienti guardandogli la bocca in sala d’attesa e fissa personalmente appuntamenti e prende i soldi ( in Italia anche le panetterie per questioni di igiene devono avere una cassiera..) .
Al fondo di questa edificante storia ( a me sembra tanto inventata, o comunque condita ad arte) seguono vari commenti solidali dei lettori del blog (gli amici di Karim?) e alla fine dei commenti guarda caso due banner che pubblicizzano uno le cliniche Vital dent e l’altro una clinica dentale del’est europeo.
Seguono pagine e pagine di altri “blogs” dove il concetto è più o meno elegantemente lo stesso : il dentista fa male al fisico e al portafoglio. In questa marea di indirizzi web alcuni mantengono la “pseudo” connotazione di “blog” mentre altri sono chiaramente siti commerciali.
Ma in realtà cosa significa la parola “blog”? Leggo su wikipedia che
“In informatica, e più propriamente nel gergo di internet, un blog è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l’autore pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i propri pensieri, opinioni riflessioni, considerazioni, ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video”.
Blog infatti nasce dalla contrazione di web-log, che significa “diario in rete”. Parlando con un informatico che si occupa della realizzazione di siti web mi sono reso conto che sempre più oggi il blog è diventato uno strumento di supporto ai siti commerciali : l’autore finge di condividere in rete informazioni ed idee mentre la vera finalità è proporre un link che si prefigge di vendere o promuovere qualcos’altro. Così premendo sul banner del blog odontoiatrico ecco comparire la soluzione a tutti i problemi e le angherie che la gente deve subire dal proprio dentista. Una visita gratuita, cure senza dolore, impianti “senza intervento e con poca anestesia”, denti allineati e sorriso perfetto senza apparecchio ortodontico, prezzi bassissimi.
Un’altra tra le “key words” ricorrenti nei siti, brillantemente sottratta al settore trasporti ( così notoriamente affine all’odontoiatria e alla sanità in genere ) è l’espressione “Low Cost” . Su google l’elenco delle “ricerche correlate” a queste paroline magiche porta in primo piano oltre a “vacanze, crociere, compagnie aeree, treni-low cost” anche “dentisti low cost”. Mi sembra ovvio. Se inserite su google le parole “dentisti low cost” vi trovate a gestire 1.170.000 risultati. Buona ricerca. Ho provato con “cardiologi low cost” e il numero scende a 26.000, ma sfogliando i primi siti la maggioranza di essi contiene comunicati contro la cardiologia low cost.
Entrando in uno dei siti che promettono cure a basso prezzo il ritornello è di nuovo quello dei blogs. Si sparla del professionista “caro” per comunicare trionfalmente al paziente : “Selezioniamo i migliori dentisti con prezzi più bassi” . In italiano spesso si tende a usare come sinonimo di “bassi” la parola “onesti” , come se l’onestà fosse esclusivamente basata sul pagare poco, anziché sulle capacità professionali, sulla qualità erogata, sullo sforzo fatto per aggiornarsi, sull’umanità del rapporto con i pazienti , sulle attitudini manageriali e organizzative finalizzate al costante buon livello dei risultati , sulla garanzia della tutela della salute pubblica.
Ma il sito non si rivolge solo all’utente delle cure. Recluta dentisti! “Se il tuo tariffario rientra nel range da noi stabilito ( basato su dei protocolli e su delle procedure atte a garantire i risultati? Neanche per idea, basato su presunzioni totalmente arbitrarie ) potrai essere inserito nel circuito low cost e quindi nell’elenco dei “professionisti” suggeriti ai pazienti”. Quindi, concluderei io, chiunque voglia sappia che da domani può diventare uno dei migliori professionisti sul mercato e farlo sapere a tutti quelli che su internet cercano un dentista “onesto”. Non dovete neanche seguire un corso, fare un esame per dimostrare per quale motivo vi ritenete migliori. Basta far rientrare il tariffario in un certo range e fare visite gratuite a tutti quelli che si presenteranno.
I brillanti imprenditori che oggi gestiscono questo tipo di siti lucrano intermediando tra pazienti e dentisti, intermediazione di cui in passato non si è mai sentito il bisogno, e basano la loro fortuna sulla serie di falsità che a nostre spese raccontano. Perché promettere qualità senza verificarla non mi sembra un’operazione così lecita. Ma a questo tipo di comunicazione quanti nostri stimati colleghi si stanno prestando?
Questo la dice lunga su quanto in realtà una larga parte della classe odontoiatrica pianga lacrime di coccodrillo : un grande coro di lamenti contro la crisi, contro l’abusivismo, contro gli studi di settore, persino contro l’obbligo dell’ECM , insomma contro tutto o quasi, per poi dimenticarsi di far parte di una categoria che ha dei precisi doveri e rincorrere la speranza di emergere sfruttando ogni mezzo deontologicamente deprecabile, compromettendo l’immagine del Professionista e fornendo argomenti ai detrattori. Tutto questo nel vuoto istituzionale non esistendo un sistema di controllo tantomeno sanzionatorio nei confronti dei lestofanti che raccontano impunemente falsità in pubblico.
Una ultima considerazione sulla liberalizzazione della pubblicità così ampiamente ben accolta, primi fra tutti, dai dentisti . Quando non si poteva fare pubblicità forse la gente faceva fatica a scegliere o conoscere l’offerta . Quando tutti faranno pubblicità la fatica a scegliere resterà immutata. In una selva di affermazioni autocelebrative come capire chi dice il vero e chi millanta? Per assurdo vincerà il pubblicitario più bravo non certo il dentista migliore. Esattamente l’opposto di quanto dovrebbe interessare al cittadino/paziente, ancora una volta non tutelato da nessuna istituzione.
Sotto questo punto di vista è certo che oggi il web è pieno zeppo di uno squallido “fai da te” a mio avviso assolutamente controproducente anche per chi lo veicola. Nel lungo periodo l’unico risultato concreto di questa liberalizzazione non sarà una maggiore e sana concorrenza tra i professionisti, peraltro sempre esistita nel settore sanitario privato, ma lo svilimento di un servizio alla persona che sarà percepito alla stregua di un qualunque servizio o bene commerciabile.