Il numero programmato con test d’ingresso è superato?
I ricorsi al Tar e i ragazzi che espa triano per studiare Odontoiatria in università ad ingresso libero, per poi rientrare, segnalano un’inadeguatezza del nostro modello di preparazione?
E’ davvero un rimedio la selezione al primo anno come in Francia?
E in assoluto il nostro modello universitario con tanti atenei, pochi studenti, corsi di studi frammentati che aspirano alla qualità tra mille difficoltà, funziona?
Costruisce professionisti in grado di stare sul mercato ma di essere ancora prima Odontoiatri con una “mission” verso i propri pazienti?
Esiste una via per chi possiede “vocazione” a “fare il dentista”?
Sono le domande al centro di questo Congresso politico atipico, dove per una volta non ci si focalizza sul confronto con il Servizio sanitario e non si mette al centro la crisi del riunito, ma si parla di come prevenire i fallimenti professionali e di come creare una categoria odontoiatrica preparata alle sfide del futuro.
Con un occhio al grande evento del 2015, il Congresso internazionale AIO, nel quale le Associazioni professionali dei paesi che hanno più contributo allo sviluppo dell’Odontoiatria proveranno a mettere a punto una proposta professionale globale tra formazione e risposte ai bisogni sanitari della popolazione.
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